lazzerini

L’anno zero di Alitalia: il piano Lazzerini-Caio

L’occasione unica di ripartire da zero, senza zavorre e con un mercato tutto da esplorare perché «la storia del trasporto aereo ci servirà fino a un certo punto, con la pandemia tutto è cambiato e cambierà. Per questo siamo una startup, ma non saremo mai una low cost. E dico basta alle rotte dove non si guadagna». Così Fabio Lazzerini, amministratore delegato di Ita-Italia Trasporto Aereo, presenta online il piano industriale 2021-25 per l’Alitalia che verrà, insieme al presidente Francesco Caio.

Le parole d’ordine sono discontinuità con il passato, innovazione digitale verso e per il cliente, scalata a piccoli passi. Perché Ita – con Lazzerini che si augura di rilevare il marchio Alitalia «un brand fortissimo e un asset meraviglioso» – deve scalare il mercato, deve essere un vettore con un obiettivo di crescita sostenibile nel medio periodo con creazione di valore e occupazione stabile. Adesso andremo ad aprire un dialogo sia in Italia che in Europa, ma forti di aver definito una linea credibile e non fantasiosa, che si pone obiettivi alla portata anche se sfidanti», ribadisce Francesco Caio.

IL PIANO NEL DETTAGLIO.

Un mini-Alitalia solo nel primo anno di attività però, con l’ambizione di crescere a doppia cifra già nel 2022, e di giocare un ruolo da protagonista nel futuro del trasporto aereo. Il piano Lazzerini-Caio, che lunedì verrà presentato al Parlamento, rispetta le anticipazioni uscite in questo giorni e conferma una ripartenza con 52 aerei e 5.200-5.500 dipendenti poggiando le basi per una compagnia flessibile nei primi due anni con grande attenzione alla sostenibilità economica. Nelle previsioni di Lazzerini l’iter burocratico per il decollo della compagnia prevede le prime operazioni ad aprile 2021 e una holding generale (Ita) per il servizio voli con due bracci operativi: uno per l’handling e uno per la manutenzione degli aeromobili. Le due controllate al 100% avranno bilanci autonomi, così potranno essere verificati costantemente l’andamento e il rispetto dell’equilibrio economico-finanziario.

«Partiremo con 52 aeromobili, di cui nessuno di proprietà, per arrivare nel 2025 con 110 velivoli dei quali il 39% sarà di proprietà: l’occasione sarà quella di rinnovare la flotta in versione green con aeromobili di ultima generazione – rimarca Lazzerini – A fine piano industriale avremmo circa 9.500 dipendenti, un network con 93 rotte e speriamo di raggiungere i 3,4 miliardi di euro di ricavi. Il target di break even per Ebit e Ebitdar è fissato per il 2023».

LE ALLEANZE E GLI HUB.

Intanto, però, sperando che tutti i segnali di ripresa del settore si avverino e che il piano industriale della nuova Alitalia abbia un iter facile, l’obiettivo più sensibile per il 2021 è quello di ottenere ricavi per 920 milioni con 8 milioni di passeggeri da trasportare (da aprile a dicembre, ndr). Una mini compagnia aerea che, secondo Lazzerini e Caio, farà il grande salto proprio l’anno successivo. «Nel 2022 vogliamo raddoppiare questi indicatori con 86 aeromobili e 17 milioni di pax: una crescita che sarà dettata dai volumi e non da un aumento dei prezzi medi – ricorda l’amministratore delegato – nei primi due anni vogliamo essere estremamente flessibili, operando solo rotte profittevoli in un network dinamico e con una struttura dei costi sempre pronta a essere aggiornata. Inoltre, in questo periodo inizierà il percorso per definire l’alleanza industriale (o Delta-Air France-Klm oppure Lufthansa, ndr) che dovrà essere fondamentale per un mercato sempre più in fase di consolidamento».

Se tutto andrà come previsto, quindi, nei successivi tre anni (2023-2025) la nuova Alitalia dovrebbe sprigionare il suo potenziale costruito nel primo biennio. Restano centrali i ruoli di Fiumicino e Linate, mentre Malpensa potrebbe avere una rilevanza per il cargo. Sull’integrazione aereo-treno, invece, Lazzerini è molto cauto: «Ci saranno sicuramente accordi commerciali e di codeshare con il sistema ferroviario, ma è ancora prematuro per parlare di intermodalità vera e propria».

IL NODO DEI SINDACATI.

Durante la conferenza online, però, i sindacati hanno già espresso il loro parere negativo a mezzo stampa: “un piano non condivisibile in quanto assolutamente inaccettabile per noi – sottolinea la nota di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo – Con poco più di 50 aerei si va verso l’avvio di una mini compagnia, contraddistinta da un piano insoddisfacente da tutti i punti di vista, industriale ed occupazionale. Si riducono i collegamenti, soprattutto il lungo raggio, le attività di volo. Sparisce dal piano il cargo e ci sono inevitabili riflessi sulle attività di manutenzioni e sui servizi di handling”.

In tempo reale Lazzerini risponde però, che « i sindacati hanno fatto un commento, che è assolutamente legittimo, sulle loro preoccupazioni in termini di occupazione, che sono preoccupazioni che abbiamo anche noi. Vogliamo avere un approccio graduale per garantire una evoluzione e un percorso possibile e profittevole della compagnia perché le aziende profittevoli assorbono occupazione, rilanciano occupazione e creano occupazione».

A rimarcare quindi, che la startup Alitalia è pronta a decollare con il sostegno di tutti, ma un sacrifico iniziale andrà fatto in ogni caso.

 

 

Articolo scritto da: lagenziadiviaggi.it

Welcome-Travel-Apicella

Debutta Welcome to Italy, il brand incoming delle adv

Prende forma l’operazione Welcome to Italy con il varo operativo, il prossimo 7 dicembre, della partnership di Welcome Travel con Portale Sardegna, che intende rivoluzionare la distribuzione turistica dell’incoming con una digitalizzazione dei pacchetti esperienziali in giro per l’Italia, a partire appunto dalla Sardegna.

Come evidenziato dall’amministratore delegato di Welcome Travel, Adriano Apicella, «Welcome to Italy è un brand che rappresenta l’avvio di un discorso dove l’apporto tecnologico del Portale Sardegna e quello fisico-operativo delle 1.200 agenzie del network Welcome può portare la catena distributiva a una svolta nella vendita dell’Italia e dei suoi territori cosiddetti “minori”, dove però esistono eccellenze a beneficio dei viaggiatori».

«E per tutte le nostre adv specializzate nell’incoming, che stanno alimentando la piattaforma, sarà l’opportunità di evolvere la loro attività – ha spiegato Apicella – Un connubio che vede due esperienze che possono portare a un’offerta di successo. Welcome to Italy, di fatto, ha realizzato un prodotto che non esisteva nelle agenzie: siamo partiti dai singoli territori, con la valorizzazione degli attrattori individuati dalle adv specializzate nell’incoming, dai local expert, chiedendo loro di creare itinerari particolari. A livello di piattaforma con gli italian regional e local expert abbiamo caricato finora circa 300 smart package di percorsi poco conosciuti in tutta Italia, per un canale B2B, ma entro gennaio vogliamo arrivare a 600 prodotti smart».

Sul tema della sostenibilità finanziaria, Apicella ha chiarito che Welcome Travel intende muoversi step by step e per i prossimi due, tre anni sarà fondamentale per gli scaffali delle adv poter avere a disposizione itinerari italiani multitarget caricati nella piattaforma, estendendo le vendite a tutte le zone d’eccellenza, poco battute ma ben conosciute dai local expert.

A conti fatti la piattaforma di Portale Sardegna è stata completamente customizzata Welcome to Italy e il sistema di prenotazione integrato al motore di ricerca WELGo!, mettendo così a disposizione tutto il prodotto Italia caricato dalle agenzie del network.

Massimiliano Cossu, amministratore di Portale Sardegna, ha dichiarato: «Come azienda specializzata sull’isola stiamo riconsegnando al mercato agenziale un prodotto turistico digitalizzato, con un’offerta che può essere personalizzata dal cliente finale in qualsiasi momento. Di fatto stiamo facendo partire una macchina che crea prodotti con una rete di local expert chiamata anche ad assistere la clientela trasferendo la competenza e la conoscenza dei territori in modo da rendere il viaggio una vera esperienza, attraverso un presidio costante a disposizione del viaggiatore. Credo che siano fattori discriminanti e vincenti rispetto a quanto fanno alcuni operatori generalisti come ad esempio Booking».

D’altra parte, ha proseguito Cossu, «se vogliamo aggredire bacini di utenza-clientela diversificati, dobbiamo industrializzare il processo dei pacchetti tematici. La nostra rivoluzione è tutta qui: in modo economico raggiungeremo diverse fasce di clientela, e ci tengo a dire che lo smart dynamic package è l’anima della rivoluzione rispetto ai vecchi modelli. Le piattaforme digitali non potranno mai offrire una connotazione territoriale così particolareggiata. È uno sviluppo glocal perché si sviluppa su vasta scala sfruttando i presidi. Questo ci consente di intercettare sia i flussi provenienti da internet che i clienti delle singole adv fisiche».

Riguardo al modello organizzativo di Welcome to Italy, Gennaro Villani, responsabile incoming per Welcome Travel, ha detto: «Ad oggi abbiamo già 15 regional manager. Sotto queste persone ci sono gli italian local expert, che saranno circa 20 imprenditori che dovranno gestire il proprio territorio, autenticizzando i valori dei luoghi. L’organizzazione agisce sotto il network Welcome Travel Incoming che di fatto è la prima rete di sviluppo territorio nazionale».

Una strategia mirata che anche Gianluca Atzeri, direttore generale Portale Sardegna, ha tenuto a enfatizzare: «Il funzionamento è davvero semplice ed efficace: l’adv filtra sul display del suo pc l’offerta per tematicità, per durata del viaggio come richiesto dal cliente e dopo una prima scrematura, entra nel viaggio smart e lo personalizza».

C’è anche un sogno o una vera e propria ambizione che lo stesso Apicella ha accennato in modo sibillino nell’indicare i futuri traguardi del nuovo brand: «La prospettiva che Welcome to Italy possa diventare un portale di promozione a caratura nazionale è una delle nostre idee, ma ora ragioniamo per piccoli passi. Oggi stiamo creando l’infrastruttura, poi si vedrà».

 

 

Articolo scritto da lagenziadiviaggi.it

Futuro del travel

Lo sguardo lungo del tour operating

Spalle larghe, sguardo lungo. Nelle stanze del tour operating si lavora a testa bassa per arrivare pronti alla primavera 2021. Azioni di back office, elaborate con minuzia in questa fase di stallo, che cambieranno il volto di alcune tra le principali aziende del travel. O comunque ne muteranno l’approccio al mercato.

Due esempi tra tutti.

Il primo è Alpitour: il colosso torinese, nonostante la crisi da Covid-19, incassa la fiducia del suo principale investitore – la Tip di Giovanni Tamburi – e guarda avanti annunciando una colossale riorganizzazione. L’intero blocco t.o. si compatterà in Alpitour Spa, società che, dal prossimo marzo, assorbirà Eden Viaggi Spa e Press & Swan Spa e vedrà al suo timone il vero artefice di questa operazione: quel Pier Ezhaya che oggi è anche a capo di Astoi. Al suo fianco, nell’organigramma appena comunicato, Giuliano Gaiba nel ruolo di direttore operativo, mentre tra i nomi spicca quello di Alessandro Seghi come direttore commerciale trade. Una fusione per incorporazione, quella appena annunciata, che spiana la strada – come espresso dalla stessa Alpi – per “una razionalizzazione dei brand che valorizzi specializzazioni e peculiarità”. E di cui si conosceranno presto i dettagli.

Così, mentre a nord si lavora per semplificare i processi e renderli più efficienti, c’è già chi a sud stringe accordi imponenti. È il caso della Valtur di Nicolaus che, rendendo noto il suo ritorno in Sicilia con il Brucoli Village, nel Catanese, annuncia un accordo più ampio con Aeroviaggi e la famiglia Mangia.
«Lavoreremo insieme per plasmare congiuntamente alcuni prodotti – spiega Giuseppe Pagliara, amministratore delegato del Gruppo Nicolaus – I nuovi prodotti potranno esprimere al meglio il potenziale delle caratteristiche dei nostri format, grazie a una progettualità condivisa in tutti i passaggi, fattore che si tradurrà anche in una leva di vendita forte per la distribuzione».

Il riferimento è in particolare alla cura di «ogni aspetto della fruizione di una struttura alberghiera», fattore determinante anche nel post Covid, quando la sicurezza sanitaria resterà comunque la parola d’ordine. La holding di Ostuni, sempre in piena pandemia, aveva annunciato l’acquisizione del brand I Viaggi del Turchese (ex Tui), strutturandosi sempre più come grande polo villaggista.

Queste sono le operazioni rese pubbliche finora. E molte altre sono attese in un mercato del tour operating destinato a mutare profondamente.

 

Articolo scritto da lagenziadiviaggi.it

Travel

Perché il travel risorgerà: cronache dal futuro

C’è una deadline segnata in rosso nelle agende di mezzo mondo: primavera 2021. La stagione che con tutta probabilità vedrà ripartire viaggi e lavoro nel turismo organizzato. È la speranza di un intero settore che ricorderà il 2020 come l’anno del più grande choc economico, quello causato dalla pandemia. E dunque, arrivati a dicembre, dopo mesi di disperazione e incredulità, è il momento di guardare anche con ottimismo al futuro più prossimo e di cogliere i piccoli e grandi segnali che già permettono di vedere la luce in fondo al tunnel.

Il vaccino prima di tutto: è evidente che l’unica vera svolta verrà dall’ormai imminente distribuzione del vaccino contro il Sars-CoV-2. Ben vengano gli esperimenti di passaporti sanitari (Iata ha appena lanciato il Travel Pass, ndr), la creazione di corridoi turistici e i protocolli di sicurezza, ma la vera ripartenza del settore avverrà nel momento in cui la popolazione mondiale inizierà a essere vaccinata.

Nel frattempo, a piccoli passi, l’Unione europea sembra voler accogliere la pressante richiesta della travel industry di dotarsi di regole comuni per i viaggi intra-Ue e di creare un sistema di tamponi rapidi in tutti gli aeroporti europei. Una mossa che potrebbe essere implementata entro l’inizio del 2021 e darebbe una mano al trasporto aereo. Perfino il realista Michael O’Leary, ceo di Ryanair Group, alle prime notizie sull’efficacia dei tre vaccini, si è lasciato poi prendere dall’enryanaitusiasmo. «Per l’estate 2021 ci aspettiamo un traffico passeggeri che torni al 75-80% dei livelli di crisi pre-coronavirus», ha detto durante il Wtm Virtual, l’evento londinese che per la prima volta è andato in scena solo virtualmente.

Ma proprio per le fiere passa anche il futuro del travel trade e i segnali vanno proprio in direzione di una primavera 2021 di rinascita. Sarà altissima la concentrazione di manifestazioni nel periodo marzo-giugno 2021 – da Bit Milano a Fitur Madrid, passando per l’Atm di Dubai e il Wtm Latin America – che sanciranno non solo il ritorno degli appuntamenti fisici, ma anche il nuovo modo di viaggiare e fare turismo.

Se il settore, infatti, sembra stia pian piano mettendosi alle spalle i mesi della crisi più nera è anche perché associazioni, movimenti e organizzazioni in Italia sono riuscite – non senza difficoltà e contrasti – a fare sentire la loro voce ai piani alti dei governi e delle amministrazioni regionali. Proprio mentre scriviamo, infatti, agenzie di viaggi, t.o. e guide turistiche stanno ricevendo aiuti di vario genere. Fondi perduti, prestiti e altre formule di sostegno che nella maggior parte dei casi permetteranno di far fronte alle casse ormai vuote e di affrontare un inverno ancora rigido sia lato vendite, sia lato costi. La pillola d’ottimismo è che questi aiuti possano frenare almeno in parte l’emorragia di chiusure a cui si rischia di assistere a inizio 2021.

Ma le adv non sono state certo a guardare durante questa lunga traversata nel deserto. La capacità di reinventarsi e di trovare occasioni di business è stato un fattore distintivo: dai temporary shop natalizi alla modalità da consulenti, da chi ha sperimentato il turismo di prossimità agli investimenti in formazione, fino alla nascita di modelli basati su coworking e imprese full digital: il cliente si troverà nel 2021 un agente iper-formato e informato, che nonostante le difficoltà ha sfruttato questo periodo per rinnovare la sua professionalità.

Ripartirà anche il settore aereo, falcidiato dalle restrizioni ai viaggi, e che ha visto già parecchi movimenti: la chiusure di Air Asia Japan, il merger tra Asiana e Korean, il ridimensionamento dei colossi europei (Lufthansa, Iag, Air France, easyJet) e gli aiuti di Stato che hanno mantenuto a galla le compagnie di mezzo mondo.

La nota positiva, però, è forse la più improbabile: a inizio 2021 torna in pista il Boeing 737 Max. Dopo quasi due anni di stop in seguito allo schianto in Etiopia, numerosi test e rodaggi e un nuovo software di gestione del sistema di controllo automatico Mcas, le agenzie di sicurezza Ue e Usa hanno dato il via libera a Boeing. Così l’aeromobile single aisle che doveva rivoluzionare i cieli (minor consumo di carburante e più efficienza operativa anche sulle tratte medio-lunghe) avrà la possibilità di farlo con 2 anni di ritardo e in un momento in cui tutto il settore deve ripartire da costi contenuti e flessibilità. In questi mesi, inoltre, molte compagnie hanno venduto o rottamato parte della flotta sia per esigenze economiche che per l’anagrafe dei velivoli: per Boeing sarà l’occasione giusta per far ripartire gli ordini già da inizio anno.

Infine, le travel bubble e il modello crociere: sono il simbolo della resilienza, dell’avanguardia e della forza di un intero settore, soprattutto nel cuore della vecchia Europa, che ci porteremo anche nel futuro. «Protocolli che hanno garantito sicurezza e intrattenimento – secondo il ceo di Msc Crociere, Gianni Onorato – e che saranno un modello per altre ripartenze in tutta l’industria. Anche negli Stati Uniti, per esempio».

 

Articolo scritto da lagenziadiviaggi.it