Cresce il numero dei viaggiatori business travel ma diminuisce la spesa: un trend che rispecchia fedelmente l’andamento flat dell’economia italiana, come peraltro è avvenuto anche nei due anni precedenti. E’ la principale evidenza che emerge da Uvet Analytics: la ricerca realizzata dal gruppo Uvet in collaborazione con The European House – Ambrosetti, che mette a confronto i dati sui viaggi d’affari con i numeri macroeconomici del sistema Paese e le cui cifre complete sul 2019 saranno presentate in occasione del prossimo BizTravel Forum, in programma a Milano dal 20 al 21 novembre. Evento di cui Travel Quotidiano è media partner.
Uno scenario di stagnazione che però, rivela il Sole 24 Ore, dovrebbe cambiare già nel 2020, quando la ricerca Uvet Analytics prevede una crescita del numero dei viaggi d’affari di circa il 5%, supportata questa volta anche da un seppur lieve incremento della spesa complessiva (+1%). Per Luca Patanè, presidente del gruppo Uvet, si tratta però di una controtendenza dovuta soprattutto alla positiva congiuntura internazionale, mentre nel nostro Paese non si intravedono ancora segnali concreti di ripresa. Il tutto in un contesto di mercato dei viaggi che richiede tecnologie sempre più avanzate, elevata qualità dei servizi e un’estrema personalizzazione del servizio. Da qui il suggerimento di Patanè al governo per aiutare il settore travel italiano: più infrastrutture e qualche agevolazioni fiscale.
Per quanto riguarda il dettaglio sulle cifre del 2019, a soffrire di più quest’anno sarebbero stati soprattutto il segmento del noleggio auto e il trasporto aereo. Stabile invece l’hotellerie, mentre unico comparto con il segno più è stato quello delle linee ferroviarie, le cui performance sono state peraltro favorite dalla chiusura temporanea dello scalo di Linate, che ha di fatto ridotto sensibilmente la concorrenza dei voli sulla tratta business travel più redditizia d’Italia, tra Milano e Roma.
Fonte travelquotidiano.com