Istat: i turisti italiani restano in agenzia

Le agenzie di viaggi resistono. E riescono ad agganciare l’inversione di tendenza. Dopo anni di calo, le prenotazioni effettuate nei punti vendita fisici smettono di perdere terreno e, al contrario, guadagnano qualche frazione di punto percentuale.
Anche se la crescita registrata dai dati Istat 2015 è minima (0,4 punti percentuali rispetto al 2014), il dato interessante è un altro: dopo una serie di flessioni, le prenotazioni in agenzia si sono mantenute sostanzialmente stabili.
Ecco le cifre: mentre nel 2014 sono stati acquistati in adv il 7,3 per cento dei viaggi, la percentuale nel 2015 è salita a 7,7 punti. Una cifra che cerca di riagganciare il 2013, quanto la quota era stata dell’8,1 per cento, contro l’8,8 per cento del 2012.
Il merito? Del business travel, a giudicare dai dati diffusi dall’Istituto di Statistica. I viaggi di lavoro, infatti, sono stati prenotati in agenzia nel 12,5 per cento dei casi, contro il 9,1 del 2014; sostanzialmente stabile il leisure, che passa invece dal 7,1 al 7 per cento.
Sul fronte della tipologia di vacanza, recuperano terreno in agenzia i soggiorni brevi: per quanto riguarda le vacanze da 1 a 3 notti, infatti, la prenotazione è stata effettuata in adv nel 5,5 per cento dei casi, contro il 4,9 dell’anno precedente; in flessione invece le vacanze oltre le 4 notti, che scendono dal 9 all’8,5 per cento.
Altro elemento interessante: a perdere quota non sono le prenotazioni dirette (sciente del 45,2 per cento dei casi, +0,3 punti rispetto al 2014) e nemmeno quelle via internet (che coprono il 34 per cento delle vendite diretto, contro il 31,8 dell’anno precedente).
A calare, affermano i dati Istat, sono sostanzialmente i viaggi senza prenotazione, che perdono mezzo punto scendendo al 7,7 per cento.

Fonte TTG Italia