Le 7 sfide del turismo fra tecnologia, mobile e Millennials

Ormai è un dato di fatto. Siamo nel 2015 e i due terzi dei viaggiatori tra 5 anni apparterranno alla generazione Millennials (quella famosa fascia di popolazione mondiale nata tra gli anni Ottanta e i Duemila), e cominceranno ad affacciarsi al mondo del turismo quelli che ora vengono classificati com Z Generation (i minori tra i 7 e i 17 anni, per capirci).

Che cosa hanno in comune queste due tipologie di viaggiatori? Oltre al fatto che possa esistere tra alcuni di essi un rapporto genitore-figlio, la tecnologia. Ecco perché è meglio attrezzarsi per tempo: le imprese del settore devono allinearsi e stare al passo con i tempi o potrebbe essere troppo tardi un domani dover cercare di mettere una pezza a strategie digitali troppo lente o obsolete.

Una delle tante ricette per le aziende della travel industry l’ha portata in tavola Paul Richer, senior partner di Genesys – The Travel Technology Consultancy, al Wtm di Londra. Sette passaggi, ma di facile realizzazione.

Primo: raccontare una bella storia. “Ai giovani che viaggeranno domani – dice Richer – non interessa che gli si presenti un bel prodotto. Sono più interessati a capire come nasce e perché, per poterlo a loro volta raccontare agli altri”.

Secondo: pensare in ottica mobile. “La gran parte dei dati che verranno veicolati nel 2020 passerà attraverso il mobile, che al momento rappresenta lo strumento principale con cui Millennials e Z Generation comunicano con il mondo – spiega il manager -. Consentire loro di raccontare, commentare e condividere permette alle aziende di avere un team di collaboratori esterni davvero efficace”.

Terzo: proporre ai clienti delle offerte mirate. “E’ poco efficace mettere in atto azioni di marketing che non siano personalizzate per il cliente che si vuole conquistare. il giusto messaggio, al destinatario giusto e nel momento giusto rendono più di una raffica di comunicazioni a pioggia”.

Quarto: creare dei contenuti video. “Un sito web che disponga di video è più interessante per un utente di uno che non ne ha – premette Richer -, l’importante è che siano brevi ed efficaci. il tasso di conversione è superiore di tre volte rispetto a un portale che non ha video”.

Quinto: testare sempre, anche con piccole modifiche. “Un azienda che non innova, anche in piccoli dettagli è destinata a rimanere ferma – avverte il manager -. Dimostrare invece di sapersi mettere in gioco, senza grandi rivoluzioni, è sintomo di buona salute e i clienti se ne accorgeranno”.

Sesto: essere pronti a reagire. “I fattori destabilizzanti come Uber, Airbnb, HotelTonight, Viator sono pronti a mangiarsi fette di mercato della travel industri più consolidata. Imparare quanto di buono hanno fatto questi competitor può essere di grande aiuto”.

Settimo: pensare agli sviluppi tecnologici. “Esistono già aziende del settore retail che stanno testando le consegne con i droni, mentre la tecnologia wearable e la virtual reality non sono solo ipotesi, ma si diffondono molto rapidamente – conclude il manager -. Bisogna saper essere visionari e cogliere i cambiamenti”.

Fonte TTG Italia